Sulle tracce della civiltà contadina a Barrea

Lungo il sentiero si ha come la sensazione di avvertire presenze ancestrali che hanno segnato la vita dei contadini che animavano quei luoghi che oggi vengono rievocate dai racconti degli anziani, dalle testimonianze di antichi manufatti e dalla gestione degli spazi. E’ una riscoperta di un mondo rurale scomparso ed è una interpretazione degli scenari futuri possibili di un paesaggio in divenire nel segno della conservazione e di uno sviluppo sostenibile.

La Valle di Barrea circondata da alte montagne con i fianchi verdi di boschi che si specchiano nell’omonimo lago, un tempo era solcata da un fiume giovane e tortuoso. Ai boschi si avvicendavano prati e campi attraversati da rapidi ruscelli. Un posto ideale per vivere, protetto dalle montagne e aperto al mondo. I Safini vi si stabilirono a partire dal VII secolo a.C. costruendo i loro villaggi vicino ai campi e lasciando ai loro morti i pianori ghiaiosi lungo l’antico tratturo.
La sacralità dei luoghi legati alla memoria degli antenati sopravvisse all’oblio del tempo, alle divinità dei romani e ai santi cristiani, fino a quando non arrivò il lago.
La realizzazione dell’invaso nel 1950 si rese necessaria ai fini dell’elettrificazione e della modernizzazione del Paese. Esso è il primo serbatoio posto a monte degli impianti sul Sangro e ha la funzione di regolare la portata del fiume.

In particolare, lungo il nostro itinerario ci si imbattete in ampi campi delimitati da filari alberati e da muretti a secco che un tempo erano coltivati a grano.
Questi luoghi rievocano anche la dea Kerres venerata dai Safini che nella religione romana divenne Cerere, dea della terra madre, che vaga per i campi in cerca della figlia Persefone, dea del grano, rapita da Plutone e trattenuta dallo stesso sottoterra. Si tratta di antichi culti pagani legati al ciclo agrario che il Cattolicesimo ha cercato di sradicare non riuscendovi del tutto.

Altra presenza ancestrale legata al luogo è quella del “mazzamurello”, creatura fantastica della tradizione folclorica contadina. Il mazzamurello è un folletto di montagna che si faceva udire dai contadini colpendo pietre e muretti con un bastone ma sfuggendo inesorabilmente ai loro occhi e generando in essi terrore e spavento.

Info tecniche

DATA: 22 agosto 2021
PUNTO DI RITROVO: Info point Barrea, Via Roma, 9
PARTENZA/ RIENTRO: ore 9:00-15:00
QUOTA DI PARTECIPAZIONE: Gratuita
ANIMALI DOMESTICI AL SEGUITO: non consentito
PRANZO: al sacco
ABIIGLIAMENTO E ATTREZZATURA: scarponi da escursionismo, zaino, abbigliamento adeguato, borraccia.
NUMERO DI PARTECIPANTI: minimo 5, massimo 25
INFORMAZIONI: Stefano 3396676274

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